




Never seen performance, UV print on table and drawer and gum print on paper, various dimentions, 2020
Questi lavori concorrono assieme per creare un gioco di appropriazione tra l’azione dell’artista e l’oggetto nello spazio, che si tratti di un divano o di un tavolo, una sorta di aderenza fisica e parassitaria con l’oggetto domestico. In “Never seen performance” l’artista sceglie il divano di un’istituzione museale, si auto-filma mentre strappa uno strato di carta velina che avvolge l’oggetto creando così una serie di immagini in cui il suo corpo si mescola visivamente all’oggetto, come una pittura astratta. L’immagine viene riprodotta con la tecnica della gum print su carta, che dona alla composizione un effetto nostalgico e aggiunge una distanza temporale indefinita, come se questa azione vandalica si potesse compiere solo in un ricordo.
La stessa azione emigra in “Never seen performance #2”, in cui il tavolo utilizzato per diversi mesi dall’artista viene ribaltato, perdendo la sua funzione originaria. Anche il wallpaper che era installato a parete viene strappato e utilizzato come grande tappeto. In tutti i lavori il gesto è intimo e privato e concepito come la matrice generante di immagini frammentate che si estende su tavoli ribaltati e manifesti strappati.